66. La seconda fase, detta scrutinio vero e proprio, comprende:
1) la deposizione delle schede nell'apposita urna;
2) il mescolamento ed il conteggio delle stesse;
3) lo spoglio dei voti.
Ciascun Cardinale elettore, in ordine di precedenza, dopo aver scritto e piegato la scheda, tenendola sollevata in modo che sia visibile, la porta all'altare, presso il quale stanno gli Scrutatori e sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede. Giunto colà, il Cardinale elettore pronuncia ad alta voce la seguente formula di giuramento:
Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto.
Depone, quindi, la scheda nel piatto e con questo la introduce nel recipiente. Eseguito ciò, fa inchino all'altare e torna al suo posto.
Se qualcuno dei Cardinali elettori presenti in Cappella non può recarsi all'altare perché infermo, l'ultimo degli Scrutatori gli si avvicina ed egli, premesso il suddetto giuramento, consegna la scheda piegata allo stesso Scrutatore, il quale la porta ben visibile all'altare e, senza pronunciare il giuramento, la depone sul piatto e con questo la introduce nel recipiente.
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Lo scrutinio vero e proprio, nel Cerimoniale di Gregorio XV (1621) si componeva di otto atti:
1) il recarsi all'altare con la scheda,
2) la prestazione del giuramento,
3) la deposizione nel calice,
4) il rimescolamento delle schede,
5) la loro numerazione,
6) la pubblicazione dello scrutinio,
7) l'infilamento delle schede e
8) la loro deposizione in disparte.
Attualmente lo scrutinio è ridotto dal Legislatore a 3 atti:
1) la deposizione delle schede nell'apposita urna (cfr. UDG, nn. 66 e 67);
2) il mescolamento ed il conteggio di tutte le schede (cfr. UDG, n. 68);
3) lo spoglio dei voti (cfr. UDG, n. 69).
La deposizione delle schede nell'apposita urna
I Cardinali elettori depongono le schede nell'urna rispettando il consueto ordine di precedenza. Prima vota il Cardinale Decano, quindi, ad normam n. 67 della UDG, votano i Cardinali Infirmarii, e a seguire i Cardinali tutti: prima quelli dell'ordine dei Vescovi, poi dei Presbiteri e quindi dei Diaconi.
Si noti come, prima di iniziare a votare, si deve espletare tutta la prima parte della procedura riportata al n. 67 della UDG riguardante la cassetta per i voti degli infermi. Completata quindi tale operazione, vota: il Cardinale Decano e, successivamente, i tre Infirmarii (e gli eventuali Cardinali elettori incaricati della compilazione della scheda alla presenza dei rispettivi Cardinali inabili a compiere tale atto di scrittura). Quindi gli Infirmarii prendono il necessario e si recano alla Domus Sanctae Marthae. Usciti dalla Sistina si richiude immediatamente la porta e si riprende la deposizione delle schede nell'urna da parte dei Cardinali dell'Ordine dei Vescovi, seguono poi i Cardinali dell'Ordine dei Presbiteri ed in fine i Cardinali dell'Ordine dei Diaconi.
Davanti all'altare, vi è un tavolo dove sono seduti gli Scrutatores, mentre sull'altare della Cappella Sistina è stata preparata un'urna vuota con un piatto che la copre, rassomigliante ad una patena.
Quindi, secondo l'ordine di precedenza, ogni Cardinale si avvicina all'altare tenendo nella mano in alto e ben visibile la propria scheda. Giunto ai piedi dell'altare, l'elettore compie debita riverenza (inclinatio corporis).
Fino alla riforma di Paolo VI inclusa (1975), il Cardinale elettore si poneva in ginocchio, sostava per un momento di preghiera e poi si rialzava (cfr. RPE, n. 68). Giovanni Paolo II ha preferito sopprimere questo momento di preghiera in ginocchio, forse perché particolarmente difficile per gli elettori o perché portava un prolungamento eccessivo dei tempi necessari per la deposizione di tutti e singoli i voti nell'urna.
Quindi il Cardinale elettore pronuncia il solenne giuramento. Il testo, risale a Gregorio XV, e per maggior comodità è tradizionalmente scritto su una tavoletta collocata sull'altare della Cappella Sistina in prossimità della grande urna per la deposizione delle schede. Questa è la formula del giuramento:
Testor Christum Dominum,
qui me iudicaturus est,
me eum eligere,
quem secundum Deum
iudico eligi debere .
Tradotto in italiano:
Chiamo a testimone Cristo Signore,
il quale mi giudicherà,
che il mio voto è dato a colui che,
secondo Dio,
ritengo debba essere eletto.
Dopo di che il Cardinale elettore, si avvicina, depone la propria scheda sul piatto o patena che copre l'urna e con la medesima patena la introduce nel recipiente, poi ripone la patena o piatto sopra il contenitore. Quindi, rivolto verso l'altare compie l'inclinatio corporis e, voltandosi, ritorna al proprio seggio. Così fanno tutti i Cardinali presenti in Cappella Sistina se non impediti nel movimento.
I Cardinali elettori infermi presenti in Cappella Sistina
Se alcuni Cardinali elettori, presenti in Sistina, per motivi di salute, non potranno giungere fino all'altare per compiere il rito prescritto, il terzo Scrutatore dovrà provvedere a compiere quanto qui di seguito descritto.
Il terzo Scrutatore si reca dal Cardinale che per motivi di salute non può recarsi all'altare e quest'ultimo, tenendo elevata la mano con la scheda, pronuncia pubblicamente ad alta voce il prescritto giuramento, quindi consegna nella mano del terzo Scrutatore la sua scheda.
Lo Scrutatore giunge presso l'altare della Sistina, compie debita riverenza, senza pronunciare il giuramento depone sulla patena la scheda, che fino a quel momento avrà tenuto ben in vista nella sua mano, e la introduce nel recipiente come di conseto. Fatta nuovamente debita riverenza, torna al suo posto.
La legislazione nulla dice sul momento in cui queste operazioni dovranno avvenire. Dobbiamo pertanto ritenere che non si deroga alla norma riguardante l'ordine di votazione: gli infermi presenti in Cappella Sistina votano nel momento in cui avrebbero votato se non fossero stati impediti a motivo dell'infermità. Quindi, quando, secondo il consueto ordine di precedenza, deve votare un Cardinale infermo (presente in Cappella Sistina), si procede come predetto.
Adempiuta questa particolare procedura, la votazione riprende, come di consueto, con l'avvicinarsi all'altare del Cardinale che per ordine di precedenza segue l'infermo.
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